Il vino è una bevanda che fa parte della cultura e della storia dell’umanità da millenni, ed è considerato una vera e propria arte sia nella sua produzione che nella sua degustazione. Uno degli aspetti fondamentali per assaporare l’ottimo vino prodotto, è che questo sia stato conservato nel modo giusto. Fare attenzione a come scegliere la bottiglia giusta, infatti, non è solo una questione di estetica, ma influisce sulla qualità del vino. Deve garantire un’adeguata protezione dal calore, dalla luce e dall’ossigeno per preservare le caratteristiche organolettiche del vino nel tempo. In questo articolo scopriremo le caratteristiche principali di ciascuna bottiglia e le ragioni per cui i produttori scelgono una bottiglia rispetto ad un’altra.
La bottiglia Bordolese è forse la più conosciuta e utilizzata sia per il vino rosso che per quello bianco. Proveniente dalla regione di Bordeaux, ha una forma slanciata e alta, con collo stretto e spalle pronunciate, che servono ad ostacolare la fuoriuscita di eventuali depositi. Il colore del vetro cambia a seconda del vino che andrà a contenere: per i bianchi si tenderà ad utilizzare un vetro trasparente, mentre per i vini rossi si preferirà un color verde o marrone.
La bottiglia di Borgogna ha una forma più larga e una spalla particolarmente ripida rispetto alla sorella bordolese. Sempre a differenza di quest’ultima, presenta uno spessore del vetro leggermente maggiore e la sua colorazione è il ‘foglia morta’ dal tono verde-giallo, utilizzato per entrambe le tipologie di vino.
La Borgognotta è molto simile alla precedente, ma a differenza di quest’ultima presenta una spalla più bassa e un corpo più panciuto. Il suo colore è verde ed è utilizzata principalmente per i grandi vini della Borgogna.
L’Albeisa nata all’inizio del 1600 nell’omonima regione di Alba in Piemonte ha una storia particolare poiché, a seguito dell’invasione napoleonica agli inizi del XIX secolo, scomparve e venne sostituita dalla Bordolese e dalla Borgognotta, più economiche e semplici nella realizzazione. Soltanto negli anni ‘70 dell’ultimo secolo alcuni produttori decisero di riutilizzarla. Dalla forma unica, presenta un cilindro fino a metà dell’altezza e un collo corto con una spalla mediamente ripida. Ottima per esaltare i sapori dei vini autoctoni piemontesi.
La Champagnotta, invece, risulta lunga e slanciata, con un collo stretto e una base ampia. Questa bottiglia è molto resistente perché deve contenere vini frizzanti e spumanti che producono una pressione interna elevata. Inoltre, la forma della bottiglia permette alle bollicine di formarsi e di essere distribuite uniformemente nel bicchiere.
Abbiamo poi la Renana o Alsaziana, dal nome della regione di provenienza, bottiglia tra le più diffuse per la conservazione dei vini bianchi. Dalla forma cilindro-conica risulta particolarmente allungata e affusolata: ottima per i vini bianchi in quanto generalmente questi non presentano fecce o sedimenti che altrimenti finirebbero nel bicchiere.
Ultima, ma non per importanza, abbiamo l’Emiliana. Dalla chiara provenienza nostrana, si caratterizza da un buono spessore del vetro che la rende ottima per i vini frizzanti.
In conclusione, la scelta della bottiglia dipende dal tipo di vino che si intende conservare e presentare. Ogni bottiglia ha una forma e una funzione specifica e la scelta sbagliata potrebbe compromettere la qualità del vino. Tuttavia, conoscere le diverse tipologie di bottiglie, può aiutare a fare la scelta giusta e a valorizzare al meglio il proprio vino. Non dimentichiamo, però, che la bottiglia è solo uno dei fattori che influenzano la qualità del vino e che la passione va alimentata con i giusti strumenti.
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