Botti e barrique: il vino e l’affinamento in legno
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Botti e barrique: il vino e l’affinamento in legno

22 July 2020

Nel mondo dell’enologia le botti in legno non sono un semplice vezzo per ornare la cantina. Oltre all’indubbio valore estetico che contribuisce a creare un ambiente caldo e accogliente, il legno conferisce al vino precise caratteristiche al momento dell’affinamento: struttura, morbidezza, complessità. Questo è quindi il senso dell’affinamento in legno: conferire al vino ulteriore personalità dopo la maturazione in acciaio e prima di un ulteriore affinamento in bottiglia. Ma quali sono i legni maggiormente utilizzati? E perché utilizzare botti di misure diverse a seconda del vino che vogliamo ottenere? Con Polsinelli trovate tutte le risposte alle vostre domande.

Il senso dell’affinamento in legno è conferire al vino ulteriore personalità dopo la maturazione in acciaio e prima di un ulteriore affinamento in bottiglia.

Un vecchio detto recita che “nella botte piccola sta il vino buono”. Leggenda popolare? Non proprio. La botte piccola, in tal caso, è la barrique in rovere, con una capacità di 225 litri, detta “Bordolese”. Proprio per le sue dimensioni ridotte, la quantità di legno a contatto col vino è maggiore: ciò favorisce una migliore micro-ossigenazione e, di conseguenza, un maggiore “scambio” di caratteristiche a seconda del grado di tostatura del legno, vale a dire il processo per il quale un braciere, posto all’interno della barrique, scalda il legno fino a farlo arrivare a una temperatura oltre i 200°. È per questo che si parla di sentori tostati quando degustiamo un vino affinato in barrique: cacao, caffè, vaniglia, liquirizia. Tutte caratteristiche non presenti direttamente nell’uva o nate dalla fermentazione spontanea del mosto, ma che derivano da questo scambio legno-vino.

Utilizzare la botte grande, beninteso, non significa ottenere vini di qualità inferiore. Anzi! La superficie di contatto tra legno (il più pregiato dei quali è il rovere) e vino sarà minore: di conseguenza l’apporto dei sentori sopra descritti sarà molto più delicato, lasciando maggior spazio ai sentori primari,quelli dell’uva e secondari, quelli generati dalla fermentazione del mosto. Quale fra i due è il vino migliore? Impossibile stabilirlo, è una questione di gusto personale. C’è chi preferisce vini dai sentori più giovani, fruttati, speziati; chi, al contrario, predilige la morbidezza e la struttura del legno piccolo, viaggiando con l’olfatto e col palato fra i sentori tostati che solo la barrique può regalare.

Verrebbe quindi da dire: a ogni vino la sua botte. La scelta del tipo di legno, compresa la grana e lo spessore, dipendono dal produttore e dal vino di base. Polsinelli utilizza solo legni pregiati che non cedono note sgradevoli e amare al vino (non c’è niente di peggio, per dirla in modo semplice, di un vino che sa… di legno!). In generale, utilizzare il legno per la conservazione del vino è sempre un’ottima scelta: per la grande resistenza del materiale, per le ottime caratteristiche di conservazione e per la complessità ulteriore che apporta ai vostri futuri calici. In Polsinelli abbiamo una soluzione adatta per ogni esigenza, da quelle per i vini più giovani e vivaci fino alle bottiglie che si prestano a grandi affinamenti.

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